domenica 26 ottobre 2014

ORFANI: RINGO - Ancora vivo

Buon salve a tutti quanti cari amici Chinauti,
come state voi ed i vostri fumetti?
Come vi avevo annunciato nell'ultimo post, il progetto chinauti sta cercando di spiccare il volo e di trasformarsi da semplice blog di recensione di fumetti, a qualcosa di più maturo. Speravamo, con le altre persone con cui stiamo lavorando a questo progetto adulto, che le cose fossero più facili e più veloci. Ed invece non è così. Le cose a volte sono più complicate del previsto. Ma non per questo non vuol dire che non le realizzeremo. Per adesso, come già l'altra volta, non aggiungo altro, ma mi permetto di aggiungere per tutti coloro che ci leggono l'invito a partecipare in tutta libertà alla vita di questo blog. Fatevi sentire, scriveteci le recensioni, i commenti ai fumetti che leggete o alle notizie legate al mondo del fumetto in cui vi imbattete. Siamo sempre alla ricerca di nuove persone per allargare il panorama del mondo cuneese del fumetto.


Ma torniamo subito allo scopo di questo blog e di questo mio post: vorrei parlarvi del progetto ORFANI della Bonelli ed in particolare del primo numero della seconda serie. In questo numero ci fanno compagnia i due autori creatori della serie, il tanto amato quanto odiato Roberto Recchioni, ed Emiliano Mammuccari. Ad accompagnare i due ci sono la colorista Annalisas Leoni e la letterista Marina Sanfelice.
Da dove partire? Partiamo dal fatto che rispetto alla prima serie, mi è sembrato di cogliere, anche se forse è prematuro dirlo dopo un solo numero, una certa maturità in più in questo numero. Nella prima serie c'era, e non sarebbe potuto essere diversamente, dato il dichiarato intento di recuperare il pubblico di una certa fascia di età, che la Bonelli aveva perso; una sorta di semplicità generalizzata nell'evolvere della storia e soprattutto nei dialoghi. Dialoghi veloci, asciutti, taglienti. Tante pagine di sola e pura azione. La storia, con tanti colpi di scensa, ma semplice nel suo evolvere. Lineare. Nonostante il ping pong tra passato e presente. In questo primo numero della seconda stagione, mi è sembrato di cogliere una ricerca di dialoghi più profondi, meno veloci (ma come dicevo prima, solo da un numero, potrebbe essere prematuro giudicare). 



In questo numero Recchioni getta subito le fondamente per nuoe sottotrame, che personalmente mi hanno interessato: Ringo ha un figlio o una figlia, ma l'unica persona che ne conosceva l'identità è morta. Uccisa dai Corvi, la guardia personale della Juric (psicologa della prima serie ora a capo del Governo mondiale, il GSC, Governo Straordinario di Crisi. E chi sono questi Corvi? Non sono altro che gli ex-compagni di Ringo nella prima serie. Da sottolineare lo scontro con la Mocciosa rediviva. Per chi ha letto la prima serie lo definirei d'impatto. 
Se nella prima serie si è fatto molto uso di una modalità di suddivisione delle storie alla "serie tv" (altro mondo molto apprezzato dalle giovani generazioni), e cioè: ogni puntata, ogni numero, non ha un vero e proprio finale chiuso, ma piuttosto un finale aperto. Espediente che lascia il lettore in sospeso e rimanda all'episodio successivo. Vedremo per questa seconda stagione cosa avrà in serbo per noi Recchioni. 
Attendiamo dunque i prossimi numeri per farci un'idea più approfondita di questa nuova serie, che oltre a portare il colore in casa Bonelli, ha senza ombra di dubbio portato una ventata di contaminazioni da nuovi media, nuove mode, nuovi modi di esprimersi. E questo credo sia indubbio, a prescindere se piaccia o meno.

Ah quasi mi dimenticavo, vorrei sottolineare ancora un'aspetto che ho apprezzato molto: l'ambientazione in una Napoli futuristica, con i luoghi simbolo della città, così come la conosciamo noi, sfregiati da innesti tecnologici. Davvero caratteristico.

Mai come questa volta, dunque, il mio solito saluto a voi tutti, diventa più vero...

...al prossimo fumetto!
iSmAeLe

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